Spett.le
COMUNE DI MANTOVA
Direzione Sviluppo del Territorio e Tutela dell’Ambiente
Via Roma, 39
46100 Mantova
Documento originale comitato: 2012_04_12_Sugg_e_Prop_CVV_10.04 (VAS PGT Mantova 2012 – Versione depositata).
Documento Italia Nostra: 2012_04_13_Sugg. e prop. PGT
Oggetto: Suggerimenti e proposte entro 60 giorni dalla messa a disposizione del Documento di Piano e del Rapporto Ambientale del PGT del Comune di Mantova.
Il sottoscritto Avv. Giorgio Bassi, in qualità di presidente pro-tempore dell’associazione denominata «Comitato di Valletta Valsecchi» (fotocopia carta di identità in allegato)
VISTA la pubblicazione sul sito del Comune di Mantova dei documenti facenti parte del PGT: Documento di Piano (DdP), Valutazione Ambientale Strategica e Studio Geologico a decorrere dal 13/02/2012;
DATO ATTO che entro sessanta giorni dalla suddetta data è possibile, per chiunque ne abbia interesse, presentare non solo osservazioni, ma suggerimenti e proposte;
DATO ATTO che l’ Associazione denominata «Comitato di Valletta Valsecchi» è nata nel 2007 dalla volontà di residenti con lo scopo di “valorizzare il quartiere … Valletta Valsecchi …, di perseguire e favorire il miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita dei residenti, in equilibrio colle altre zone cittadine”
CONSIDERATO che la ns. Associazione aveva già presentato a febbraio 2011 un documento contenente suggerimenti e proposte, conseguente all’ “Avviso di prosecuzione del procedimento di redazione degli atti costutuenti il Piano di Governo del Territorio del Comune di Mantova” (P.G. 38653/2010 Pge 40730);
CONSIDERATO che in questa fase i singoli cittadini e/o i portatori di interessi diffusi, quali la ns. Associazione,
– sono chiamati a partecipare ad una riflessione complessiva sul modello di sviluppo da assumere per la nostra Città e l’intero territorio comunale;
– sono chiamati a condividere un sistema di obiettivi capace di abbracciare una pluralità di temi e argomenti;
– sono chiamati a partecipare al procedimento attraverso suggerimenti e proposte,
finalizzati a condividere e garantire la sostenibilità di un Piano di Governo del Territorio, così come proposto dall’attuale Ammnistrazione Comunale, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
CONSIDERATO che la pluralità di dati forniti nel quadro conoscitivo condiviso (QC0) ci consentono di fare valutazioni, che sono necessarie e indispensabili per avanzare suggerimenti e proposte, si desidera innanzitutto esplicitare alcune considerazioni:
a) gli obiettivi generali indicati nel Documento di Piano, visto che ricalcano obiettivi peraltro già indicati da istituzioni e organismi sovraordinati, sono in linea di massima condivisibili;
b) qualche perplessità resta invece sul silenzio relativo alle modalità, con cui la stessa Amministrazione Comunale intenda raggiungere quegli obiettivi, con particolare riferimento alle azioni da intraprendere, alle iniziative da mettere in campo, alla pianificazione di tutto ciò, con l’ovvia e conseguente indicazione delle priorità e dei relativi tempi di attuazione.
Nel DdP si dichiara che: «obiettivi e limiti sono pertanto il frutto delle analisi compiute in fase preparatoria del piano e delle valutazioni politiche formulate dall’Amministrazione comunale sulla base delle proprie scelte programmatiche» (DdP Cap. 4 Scenario strategico p. 36).
A fronte di quanto testè enunciato è difficile accettare che le uniche proposte concrete di azioni e iniziative messe in campo dall’AC, dopo un quadro conoscitivo che fa riflettere (per non dire che allarma) e su cui la cittadinanza è chiamata ad esprimersi nel processo di VAS, siano unicamente tre nuovi ambiti di trasformazione: ATR Formigosa, Ghisiolo, e Te Brunetti.
E’ dunque sull’aspetto delle azioni specifiche, che il Comitato che presiedo si è soffermato, ritenendo utile avanzare le proposte che seguono. Affinchè queste ultime non rimangano semplici auspici, si è ritenuto corretto finalizzarle a ben precisi scopi (riduzione o eliminazione o miglioramento delle condizioni iniziali) e sostenerle con circostanziate motivazioni.
Aggiungiamo che su “Strategie, trame, progetti e trasformazioni” (Tavola DP4) è possibile trovare diversi elementi di condivisione, ma non è possibile esprimersi, in quanto troppo poco approfonditi e studiati, a tal punto che nemmeno la stessa Autorità Procedente ha potuto proporne la valutazione. Dato l’interesse che alcuni di questi progetti rivestono per la rilevanza urbana e per le ricadute, si chiede sin d’ora che il Comitato che presiedo sia coinvolto in un eventuale successivo procedimento valutativo.
La lettura dell’importante lavoro contenuto nei documenti del PGT disponibili, consente anche a noi cittadini di costruirci una opinione della città da integrare con quella che già abbiamo elaborato in quanto residenti.
Sicuramente emergono, senza tanti “veli”, le difficoltà nell’incrementare la popolazione residente (scarsa attrattività) e la pesantissima situazione ambientale di Mantova la quale ultima, se da un lato può essere considerata con rassegnazione “più tollerabile” e quindi da subire per il fatto che il male è comune a tutta la pianura Padana, dall’altro richiede, in realtà, delle azioni concrete energiche e rapide sulle fonti di inquinamento peculiari del nostro territorio, fonti peraltro molto ben individuate nelle documentazioni dei vari Enti di controllo. Tra esse, in particolare, le emissioni del polo petrolchimico nel suo insieme e del traffico veicolare che aggravano la situazione generale.
Essendo poi indubbio che sulle cause locali non si può rimanere inattivi aspettandosi interventi da organismi superiori ma lontani, emerge forte la necessità che in sede di amministrazione locale venga trovato il coraggio di azioni correttive organiche, metodiche, durature e anche severe se necessario.
Riteniamo, ancora, che le difficoltà del comune mantovano di aumentare il numero di residenti e di raggiungere l’obiettivo di superare i 60.000 abitanti, non derivi dalla carenza di alloggi disponibili con conseguente spostamento delle famiglie in comuni limitrofi, considerazione avvallata dal numero di alloggi inutilizzati presenti sul territorio bensì dal calo costante dell’attrattività del territorio comunale per i residenti (fuga di chi già risiede) dovuto alla presenza di inquinamento elevato e alla grave carenza di opportunità di lavoro.
Sarebbe in questo senso opportuno che il Comune eseguisse indagini sulle destinazioni extra-territoriali ove lavorano i residenti nel Comune di Mantova, oltre che sul patrimonio edilizio non utilizzato e quindi disponibile, al fine di aumentare la consapevolezza su questi due elementi, individuare necessità e favorire l’incontro tra domanda e offerta. Su questo tema risulta pertanto errato prevedere nuove lottizzazioni con ulteriore consumo di risorse naturali, piuttosto che la rivalutazione / riqualificazione degli edifici esistenti.
Appare infine evidente che Mantova è sempre più oggetto di consumo da parte di utenti esterni “mordi e fuggi” e sempre meno sede di attività produttive / commerciali che generano risorse per sostenere i servizi richiesti, lasciando come ultima fonte importante di entrate per la AC la nuove lottizzazioni.
Tale consumo esercitato oggi sul territorio del Comune di Mantova da utenti che vengono in città per lavoro o per usufruire di prestazioni di uffici, genera sofferenza del territorio stesso, anche per il fatto che su di esso (e sulle sue risorse) grava la necessità di fornire servizi (quali ad es. parcheggi, strade, automezzi pubblici, scuole, smaltimento rifiuti, vigilanza, ecc.) e vie di transito ad un numero di utenti (persone e veicoli) molto più elevato rispetto al numero dei residenti (e contribuenti).
Questa condizione suggerisce di differenziare la fruibilità delle risorse tra residenti e non e/o di far partecipare agli oneri organizzativi ed economici dei servizi e delle infrastrutture i comuni limitrofi.
tutto ciò premesso il comitato di Valletta Valsecchi, per ritenere sostenibile il piano di governo del territorio del Comune di Mantova avanza le proposte di azione e i suggerimenti che seguono.
Le proposte e i suggerimenti hanno natura e tempi di realizzazione diversi: alcuni possono trovare immediata attuazione, in quanto di diretta applicazione, svincolati dall’attuazione del pgt, altri invece hanno tempi più lunghi di realizzazione per complessità progettuale, enti ed interessi coinvolti, finanziamenti, ecc.
l’ordine delle proposte non è indice di importanza e/o priorità
Proposta 1 | Siano fatte rispettare le Ordinanze del Comune di Mantova n° 389 del 05/12/2000 e n° 489 del 24/12/2002 e della Provincia di Mantova n° 1 del 19/02/2008 e successiva integrazione relative al divieto di transito dei mezzi pesanti su via Brennero, attraverso controlli frequenti e applicazione di sanzioni. |
Scopi | Riduzione del rischio di incidente rilevante, anche con possibile esito letale;Riduzione inquinamento atmosferico e acustico per i residenti, che si somma a quello provocato dal transito ferroviario. |
Motivazioni | Far rispettare le ordinanze suddette è un obbligo, in attesa che si giunga alla realizzazione del completamento dell’asse interurbano (cfr. Proposta n° 3), per mantenere il traffico pesante fuori o lontano dal centro abitato. |
Proposta 2 | Spostamento transito merci pericolose dalla linea ferroviaria Mantova – Monselice su tragitto alternativo, in attesa della soppressione della stessa tratta cittadina. |
Scopi | Riduzione del rischio di incidente rilevante con esito letale (evitare un’altra Viareggio);Riduzione dell’inquinamento acustico, particolarmente percepibile nelle ore notturne, che si somma a quello provocato dal transito veicolare leggero e pesante sulla via Brennero.Riduzione delle vibrazioni sugli edifici privati residenziali e monumentali pubblici (Palazzo Te) dannose per la stabilità e l’incolumità pubblica. |
Motivazioni | Il drammatico episodio di Viareggio accaduto il 29 giugno 2009 pone l’obbligo in capo alle massime autorità cittadine di adoperarsi, affinché non si ripetano siffatti eventi. Il Comitato di Valletta Valsecchi ha già in più occasioni ribadito la propria contrarietà al mantenimento della linea ferroviaria che cinge la città ad ovest e a sud, anche attraverso la stampa locale (varie lettere ai giornali locali, in particolare quelle pubblicate sulla Gazzetta di Mantova il 09/03/2011 e il 01/08/2011).Lo spostamento del transito merci pericolose su un percorso alternativo è da intendersi provvisorio e temporaneo, in attesa della soppressione della tratta ferroviaria compresa tra le stazioni di Mantova e Frassine.Attraverso una apposita petizione era anche stato chiesto che fossero eliminati i transiti notturni dalle 22:00 alle 6:00. Per un breve periodo di tempo questa richiesta è stata esudita, ma da alcuni mesi la situazione è tornata ad essere insostenibile. |
Proposta 3 | Completamento dell’asse sud fino all’innesto con l’autostrada A22 con obbligo per i mezzi pesanti a servirsi dell’asse tangenziale, anziché rientrare in città attraverso le vie Parma e Brennero. |
Scopi | Eliminazione traffico veicolare leggero e pesante sulla via Brennero, per ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico sulla stessa.Riduzione del transito quotidiano di veicoli in attraversamento e/o penetrazione da e per la città. |
Motivazioni | La città di Mantova deve assolutamente dotarsi di un anello tangenziale completo che abbracci la città oltre la cintura dei laghi.Si ritiene infatti insostenibile e non risolutiva la proposta di portare a compimento l’anello tangenziale interno alla città, che colleghi il lungolago Gonzaga, attraverso il ponte a Catena, con via Allende e viale Risorgimento, in quanto favorirebbe comunque il permanere di traffico veicolare intenso (auto private) entro il perimetro della città. Sarebbe altrettanto insostenibile, per gli stessi motivi, la previsione di collegamento del suddetto ‘anello interno’ con la via Brennero attraverso l’argine Maestro.Bisogna poi evitare che i mezzi pesanti arrivino alle porte della città provocando frequenti intasamenti nelle vie d’accesso alla stessa, mantenendo alto il livello di inquinamento atmosferico (gas di scarico) e acustico. Per l’inquinamento da traffico intenso si rimanda a quanto dichiarato dallo stesso Comune alle pp. 59, 60, 64 del QC0 e p. 30 del RA0.
Il tratto sud dell’asse interurbano dovrebbe essere completato come da Protocollo del ’96, che aveva già ottenuto l’assenso dei vari enti coinvolti (Parco del Mincio, Regione Lombardia, Comune di Mantova, Provincia di Mantova) e che prevedeva di raccordarsi con il tratto nord (Lotto B). Il Protocollo del ’96 purtroppo è stato sostituito da quello del 2003, su cui lo stesso Sindaco Brioni aveva espresso perplessità (cfr. nota del 16/01/2008 prot. n° PS/50/10/2008). Il ns. Comitato non ha mai ritenuto opportuno sostenere l’attuazione del cosiddetto Protocollo del 2003, in quanto aveva inspiegabilmente cancellato la prosecuzione dell’asse sud fino all’A22, e al punto 7 sosteneva la scellerata idea, che i mezzi pesanti potessero raggiungere il polo industriale e il casello Nord dell’A22 attraverso il sottopasso di Porta Cerese e Via Brennero. Alla realizzazione di tale sottopasso, soprattutto se effettuata prima del completamento dell’asse sud, il nostro Comitato è assolutamente contrario, in quanto esso faciliterebbe l’utilizzo di via Brennero per raggiungere l’A22, inducendo sul quartiere i gravosi problemi già indicati). Il completamento dell’Asse Sud, prima del Protocollo del 2003, era tra l’altro già stato recepito nel Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale (PCTP) approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n. 61 del 28 novembre 2002. Invitiamo dunque l’AC a voler riaprire il dialogo con gli altri enti sovraordinati coinvolti e competenti, per trovare una soluzione in tempi ragionevoli e certi, come già avevamo formalmente e fermamente chiesto con lettera formale il 2 marzo 2008 all’allora Sindaco Brioni, in cui dichiaravamo tra l’altro che non avremmo esitato a tutelarci con le modalità che avessimo ritenuto più opportune. |
Proposta 4 | Siano realizzati parcheggi scambiatori fuori dal perimetro della città sia storica, che moderna. Differenziazione dell’uso della viabilità tra residenti e non residenti |
Scopi | Evitare il più possibile al traffico veicolare la penetrazione e l’attraversamento della città.Riduzione inquinamento atmosferico e acustico prodotto dal transito veicolare.Promuovere una fruizione della città in termini sostenibili: uso di biciclette anche pubbliche (bicincittà), utilizzo mezzi pubblici, ecc. |
Motivazioni | Nonostante il dichiarato inquinamento atmosferico, derivante dal traffico veicolare (cfr. pp. 59, 60, 64 QC0 e p. 30 RA0) la proposta di Piano non mette in campo azioni concrete e realizzabili a breve termine, per ridurre gli «spostamenti» quotidiani con «destinazione principale» il «comune capoluogo» (paragrafo 1.2.5 Movimento pendolare pp. 48 – 52 del QC0), che ammonterebbero ad oltre 41.000 al giorno.In realtà la situazione oggi potrebbe essere ancora peggiore rispetto a quella riportata nel QC0 (i dati della rilevazione risalgono al 2001). Un articolo comparso sulla Gazzetta di Mantova il 20/06/2011, a seguito una rilevazione commissionata lo scorso anno ad ASTER dallo stesso Comune, afferma che sarebbero ben 110.000 i veicoli, che quotidianamente entrano/escono dalla città.Nel quadro conoscitivo QC0, fornito in consultazione, si afferma che «le quote più consistenti hanno origine nei comuni di: Porto Mantovano (3.061), Curtatone (2.804), San Giorgio (2.004), Virgilio (1.976) e Roncoferraro (1.029)» (p. 52 del QC0).
E’ proprio in questi Comuni contermini, nei quali nell’ultimo decennio sia l’espansione edilizia residenziale, sia la crescita demografica non si sono certo arrestate, che è da ricercare la principale fonte di traffico intenso in entrata/uscita dalla città per motivi di lavoro e studio. Ed è proprio questo traffico intenso per uso di auto privata, che produce l’inquinamento atmosferico da gas di scarico, che grava su Mantova e sui suoi residenti, danneggiando la qualità della vita. Bisogna dunque individuare aree di sosta/parcheggi scambiatori, dove gli avventori (quotidiani) possano/debbano lasciare le proprie auto private (fuori dalla città non solo storica, ma anche moderna) per fruire la città in modo sostenibile e consentire ai residenti di vivere in condizioni migliori. |
Proposta 5 | Adottare ogni misura di prevenzione, attiva e passiva tendente a ridurre e/o eliminare le fonti acusticamente inquinanti [cfr. capp. 17 e 18 della Relazione del PZA (pp. 40 – 44)] |
Scopi | Riduzione inquinamento acustico in via Brennero, causato dal transito veicolare leggero e pesante e dal transito dei treni sulla linea Mantova – Monselice.Miglioramento della classe di appartenenza dei ricettori sensibili quali plessi scolastici e giardini pubblici, in linea con la normativa di settore.Ricondurre i livelli di riferimento dei rumori entro i limiti della classe di appartenenza dell’area residenziale a ridosso della stessa via, come da normativa di settore |
Motivazioni | Il PGT non decide in merito all’inquinamento acustico, ma rimanda al Piano di Zonizzazione Acustica (PZA), approvato dal Comune con DCC n° 58 del 22/11/2010, che dipinge una situazione insostenibile per buona parte degli abitanti del quartiere di Valletta Valsecchi, come di altri quartieri residenziali di città.Tutto il quartiere è stato classificato in Classe IV, compresi scuole dell’infanzia e primaria e giardini pubblici («Tavola zonizzazione del territorio»).Questi ricettori in base alla normativa vigente dovrebbero ricadere in Classe I – Aree particolarmente protette («Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, etc.”» pag. 36 Relazione PZA).
Per quanto riguarda gli edifici residenziali che si affacciano sulla via Brennero si nota che gli stessi sono stati classificati in classe IV (i cui limiti sono: D65 – N55 dbA), pur ricadendo nella fascia di influenza dell’inquinamento acustico prodotto dalla via Brennero (SP 28 classificata tra le “EXTRA URBANE PRINCIPALI – Aree urbane”) i cui limiti sono stati così stabiliti: m 100 D70 – N60 dbA, e nella fascia di influenza dell’inquinamento acustico prodotto dalla ferrovia, i cui limiti sono stati così stabiliti: m 100 D70 – N60 dbA / m 150 D65 – N55 dbA. Appare evidente che l’inquinamento acustico complessivo, i cui effetti negativi sono probabilmente cumulabili per il corpo umano, gravante su buona parte del quartiere impone l’obbligo al Comune di applicare ogni azione tendente a ridurre (non solamente migliorare o mitigare) le fonti di inquinamento acustico. E’ sconcertante che il Comune abbia approvato a fine 2010 un PZA, basato su dati che risalgono a rilevazioni puntuali effettuate nell’arco degli anni 1995 – 2003!!! Tali dati non risentono dell’incremento che i trasporti su gomma e su ferro hanno fatto registrare negli ultimi anni! Appare a questo punto più veritiera la rilevazione fatta dalla Provincia di Mantova nel 2007, che per tutto il tratto della via Brennero a confine con il quartiere di Valletta Valsecchi rileva lo sforamento dei limiti imposti e previsti per una zona residenziale. Ricollegandoci alla proposta n° 1 si chiede fermamente il rispetto delle ordinanze emesse da Comune e Provincia di Mantova oltre che la sospensione del transito ferroviario nel tratto che costeggia e attraversa il centro abitato (identica considerazione vale infatti per i quartieri di Valletta Paiolo, Te Brunetti, ecc.), fino alla realizzazione e definitiva messa in esercizio delle necessarie infrastrutture stradali e ferroviarie, come sopra detto.
Tutto ciò detto si ritiene assolutamente non sostenibile anche l’ipotesi di realizzare una avio superficie sul lago Inferiore per idrovolanti ad uso turistico ed anche con finalità di addestramento (scuola). La prospettiva che si aggiunga il frastuono dei mezzi volanti ai già alti livelli di rumorosità gravanti su Valletta Valsecchi appare del tutto inopportuna e contraria al buon senso. Il fatto che «il sistema dei laghi e del Mincio» sia considerato dall’AC «come un sistema di piazze liquide e di percorsi che possono agevolare le relazioni tra le due sponde», per cui le strategie da assumere prevedono di «sostenere (anche in coerenza con le indicazioni Unesco) specifiche azioni di valorizzazione delle emergenze storiche e delle visuali del paesaggio urbano e promuovere relazioni estese anche ai territori dei comuni limitrofi» (DP0 – QS – S.3 Habitat pp. 54 – 55), si ritiene condivisibile, purché la valorizzazione non avvenga con gli idrovolanti. Pensare infatti di trasformare la superficie acquea in un campo di volo “liquido o fluido” non è a ns. avviso il modo migliore per valorizzare la risorsa naturale “acqua” del Mincio e del lago Inferiore, quale cornice del sito UNESCO. Sono altresì insostenibili sul piano della sicurezza il volteggio, l’ammaraggio e il decollo di mezzi volanti a poche centinaia di metri da insediamenti a rischio incidenti industriali, che possono avere anche esito letale! |
Proposta 6 | Infrastruttura ferroviaria – Realizzazione tratta ferroviaria di collegamento tra la linea MN – VR in Comune di Roverbella e il porto di Valdaro, con contestuale soppressione della tratta ferroviaria cittadina. |
Scopi | Riduzione del rischio di incidente rilevante con esito letale (evitare un’altra Viareggio);Abbattimento dell’inquinamento acustico, particolarmente percepibile nelle ore notturne, che si somma a quello provocato dal transito veicolare leggero e pesante sulla via Brennero.Abbattimento delle vibrazioni sugli edifici privati residenziali e monumentali pubblici (Palazzo Te) dannose per la stabilità e l’incolumità pubblica. |
Motivazioni | Per le motivazioni si rimanda a quelle contenute nelle proposte precedenti in cui si parla di livelli di inquinamento acustico ormai insostenibili (n° 5), vibrazioni prodotte e di pericolosità delle merci trasportate (n° 2).In merito all’idea progettuale (DP0 – P8. Mobilità su ferro – p. 72) non si può che essere d’accordo con l’AC, ma non si può esprimere in questa sede alcuna valutazione sulla sostenibilità ambientale, data la genericità del progetto di (ahimè) troppo lungo periodo.Invitiamo però l’AC a voler aprire quanto prima dialoghi costruttivi e tavoli di concertazione con tutti gli altri enti sovraordinati coinvolti e competenti (Regione, Provincia, RFI, ecc.), per trovare una soluzione progettuale in tempi ragionevoli e certi, affinché si trovino i finanziamenti per la realizzazione di un’opera divenuta ormai non più procrastinabile. |
Proposta 7 | Rete di piste ciclabili e ciclopedonali in continuità e sicurezza |
Scopi | Consentire spostamenti in sicurezza all’interno della città, in particolare per i minorenni non accompagnati (es. Tragitto casa – scuola).Garantire la continuità tra le tratte esistenti e quelle in progetto, anche attraverso una adeguata segnaletica orizzontale e verticale.Favorire l‘uso di mezzi sostenibili per gli spostamenti all’interno della città e da e per la città dai Comuni contermini, anche per il percorso casa – lavoro.
Riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico prodotti dall’intenso traffico veicolare, dovuto all’uso quasi esclusivo dell’auto privata. Migliore fruizione del paesaggio e delle bellezze architettoniche della città. |
Motivazioni | I recenti espisodi riportati dalla cronaca locale a danno di ciclisti di diverse età, impongono l’obbligo di progettare e realizzare una rete di piste ciclabili, che consenta una fruizione lenta della città a misura d’uomo, sia per i residenti, che per i fruitori giornalieri (residenti nei comuni dell’hinterland) e occasionali (turisti). |
Proposta 8 | Non rinnovare o dare formale parere negativo al rinnovo della concessione per area demaniale su cui insistono industrie altamente inquinanti |
Scopi | Delocalizzare e/o indurre alla chiusura / spostamento tutte le industrie inquinantiRiduzione/eliminazione dell’inquinamento atmosferico, acustico, di suolo e sottosuoloEliminazione di rischi di incidente rilevante, che possono avere anche esito letale.
Eliminazione dell’impatto visivo per una migliore fruizione del paesaggio |
Motivazioni | Le industrie che a partire dal secondo dopoguerra hanno contribuito ad inquinare pesantemente le risorse naturali non rinnovabili della nostra amata città, pregiudicando la qualità della vita e dell’abitare, sono una delle maggiori cause dello spopolamento della città stessa in favore dell’hinterland, percepito come ambiente più salubre e quindi più idoneo ad accogliere l’insediamento giovani coppie e famiglie.Le stesse industrie sono, come hanno rilevato recenti indagini epidemiologiche, all’origine di gravi malattie altamente dannose per la salute umana, oltre che di serie malformazioni congenite, come confermato da recenti statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità.In attesa delle auspicate delocalizzazioni l’AC si impegni, per quanto di competenza e con la collaborazione degli enti preposti, a far rispettare le numerose prescrizioni, che nel tempo si sono succedute, divenendo sempre più stringenti in attuazione di normative anche europee (Carta degli Impegni del 1992, per l’allora Cameli Petroli; titolo convenzionato del 31.03.2008 per la IES, autorizzazioni e prescrizioni ministeriali per la stessa IES e per ENIPOWER. |
Proposta 9 | Realizzazione Polo Scientifico Tecnologico sulle aree bonificate delle industrie delocalizzate. |
Scopi | Riconversione di aree produttive e industriali degradate e dismesseReimpiego di manodopera specializzata, altrimenti destinata a trasferimentiCreazione di servizi volti a favorire l’insediamento di attività non inquinanti |
Motivazioni | La riconversione delle aree industriali dismesse consente di valorizzare aree produttive ai margini della città, che fruiscono già di servizi e collegamenti, che le possono rendere appetibili per nuovi insediamenti ambientalmente sostenibili.La creazione di un polo scientifico tecnoclogico dovrà prevedere insediamenti di qualità e ampie aree verdi. |
Proposta 10 | Stralcio ATR Formigosa, Ghisiolo e Te Brunetti |
Scopi | Fermare il consumo di suolo, risorsa finita non riproducibileUsare e riutilizzare patrimonio edilizio esistenteEsaurire gli abitanti teorici ‘lasciati’ in eredità dal PRGC 2004 |
Motivazioni | La città di Mantova, come risulta dalla rilevazione contenuta nel Quadro Conoscitivo (QC0 – 1.2.4 Patrimonio edilizio e abitativo – pp. 42 – 48) possiede un patrimonio edilizio esistente non utilizzato di ingente quantità.La vetustà dei dati forniti però, che risalgono al Censimento 2001, non fotografa adeguatamente la situazione reale. Si pensa infatti che gli immobili sfitti o non abitati siano in misura molto maggiore rispetto a quelli dichiarati (1.358 a p. 45 del QC0). Dati non ancora ufficiali riferiti al censimento 2011, ma comparsi sulla stampa locale e nazionale, hanno riferito di una situazione immobiliare nella sola città di Mantova, che presenterebbe oltre 5.000 immobili vuoti o non occupati.E’ evidente dunque che ci sia un surplus nell’offerta abitativa. Si ritiene dunque che la individuazione di tre nuovi ambiti di trasformazione, per la costruzione di nuova edilizia residenziale libera sia assolutamente non sostenibile a fronte della situazione in cui ci troviamo.
Si ritiene NON sostenibile la proposta dell’AC di proporre tre nuovi ATR, dopo aver confermato ambiti già convenzionati e/o già parzialmente attuati derivanti dal PRGC 2004, perché si tratta di realizzare nuovi nuclei residenziali decentrati rispetto al nucleo originario della città. Queste nuove piccole realtà saranno lontane dai quei servizi principali (es. scuole), per cui non è così peregrina l’idea che possano da qui generarsi nuovi flussi di traffico gravanti sulla città. La localizzazione e la dimensione dei 3 ATR li caratterizzano come ulteriori piccoli nuclei residenziali, che si aggiungono a quelli meticolosamente elencati al paragrafo 3.2.2 Città moderna: quartieri (pp. 107 – 113 del QC0). Da questi nuovi nuclei ci si può attendere a breve richieste di nuove infrastrutture e di servizi decentrati, che le amministrazioni pubbliche saranno sempre meno in grado di garantire.
Terzo motivo per cui si ritiene NON sostenibile la previsione di espansione residenziale è dettata dalla utopica previsione di crescita insediativa di oltre 16.000 abitanti (11.587 + 2.500 ereditati e circa 2.539 nuovi). Sono anni che il Comune di Mantova non raggiunge i 50.000 abitanti, nonostante già nel PRGC 2004 fosse prevista la crescita insediativa che avrebbe portato Mantova a 65.000 abitanti. Si deve ormai prendere atto che la popolazione insediabile non vede in Mantova un polo attrattivo con accattivanti proposte insediative e reali occasioni occupazionali. La qualità dell’aria, delineata nel quadro conoscitivo, è dopo tutto allarmante; per quanto riguarda poi i posti di lavoro non è realisticamente il momento, in cui si possa pensare di attrarre nuova popolazione, mancando sul suolo comunale realtà solide e non in crisi.
Quarto motivo per ritenere non sostenibile la scelta dei nuovi ATR: il surplus di offerta abitativa da edilizia residenziale libera, impone l’obbligo morale di favorire il recupero e la ristrutturazione degli immobili esistenti, spesso abbandonati e degradati. Il recupero e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente consentirebbe inoltre all’ente locale di poter ricavare alloggi per ERP e ERS, di ormai difficile realizzazione per una progressiva riduzione di finanziamenti pubblici regionali e statali destinati allo scopo. L’ente locale nel processo di sdemanializzazione degli edifici pubblici, che potrebbero finire nelle mani di immobiliaristi (spesso senza scrupoli) per importanti investimenti immobiliari, potrebbe chiedere nell’atto formale di cessione un numero di alloggi sul totale da ricavare, da destinare ad edilizia popolare, in cambio di premialità: sconto sugli OO.UU. oppure incremento volumetrico.
Per tutti questi motivi si chiede lo stralcio degli ambiti di trasformazione proposti in quanto non sostenibili ambientalmente, socialmente ed economicamente. |
Proposta 11 | Adozione di criteri per l’iscrizione dei bambini in età scolare nelle scuole primarie e dell’infanzia del Comune di Mantova a favore dei residenti. |
Scopi | Riduzione del transito quotidiano di veicoli in attraversamento e/o penetrazione con auto privata da e per la scuola.Riduzione inquinamento acustico e atmosferico, provocati dal transito veicolare dovuto all’uso dell’auto privata da e per la scuola.Educare al senso civico i fruitori della città. |
Motivazioni | Vi sono scuole dell’infanzia, primarie e medie in città che accolgono indistintamente bambini in età scolare residenti e non residenti (cfr. Piano Diritto allo Studio redatto annualmente dal settore Pubblica Istruzione del Comune, in cui è riportato il Comune di residenza dei bambini).I criteri d’ammissione agli asili nido comunali ed alle scuole dell’infanzia prevedono attualmente delle “penalizzazioni” di tipo economico e/o di punteggio nella graduatoria, verso le iscrizioni di bambini non residenti nel territorio del Comune di Mantova.Noto a tutti è il traffico di auto private, che si manifesta in concomitanza con l’ingresso/uscita dai plessi delle scuole primarie, ma non solo (si pensi al polo scolastico Nievo, Ragioneria, Geometri, Redentore): problematico per i costanti intasamenti delle strette vie cittadine, nocivo per la stessa salute dei bambini e dei residenti, fonte di pericolo per i residenti virtuosi (anche bambini e ragazzi), che usano mezzi più sostenibili (bicicletta).
Ora focalizzando l’attenzione sulla scuola dell’obbligo e senza voler intaccare il diritto allo studio e il diritto della famiglia alla libera scelta (sono stati eliminati i bacini d’utenza) della scuola, il Comune di Mantova potrebbe studiare di introdurre criteri per l’iscrizione dei bambini non residenti presso le scuole primarie del comune. Un’idea potrebbe essere l’introduzione di una sorta di Ecopass con funzione sia educativa (educare alla sostenibilità e all’uso di mezzi alternativi all’auto privata per lo spostamento), che disincentivante (limitare l’uso dell’auto privata). Si tratterebbe di un pass simbolico nell’importo, destinato a finanziare, ad esempio, tutte quelle attività orientate alla mobilità sostenibile, come il trasporto pubblico o la realizzazione di nuove ciclabili cittadine. |
Mantova, lì 12.04.2012
Comitato di Valletta Valsecchi
(Avv. Giorgio Bassi)