Gent. Direttore,
mi si lasci dire che, rispetto alla discussa votazione in Consiglio comunale dell’emendamento relativo alle sorti dell’ex palazzetto, il dibattito pubblico all’auditorium della Banca Popolare sollecitato dall’architetto Benedini e organizzato dalla Gazzetta di Mantova appare tardivo e inopportuno.
Tardivo, perché non è così che, all’interno di un processo di partecipazione e di costruzione democratica del consenso – su una proposta che cambia di molto la fisionomia della parte sud della città e che la blocca per molti anni in una disponibilità non dovuta ad accogliere traffico incongruo – si percorre la strada del dibattito, dello scambio di idee, e infine, se si vuole, del convincimento a dover cambiare.
Inopportuna, perché la sera prima del voto in Consiglio un incontro simile non può fare altro che accendere gli animi, scagliarli l’uno contro l’altro, perdere di vista la possibilità di soppesare i valori in gioco (simile scena la si è già sperimentata, nel piccolo, durante il recente incontro pubblico sulla opportunità o meno del ponte a Catena).
Vale la pena di sottolineare che democrazia non è bagarre, e che l’elaborazione di informazioni per la ricerca di un giudizio ponderato sulle questioni richiede tempi e metodi non proprio coincidenti con i dibattiti pubblici convocati il giorno prima.
Roberto Capuzzo