Sabato 24/5/2014 si e’ tenuta una conferenza stampa allo HUB di Valletta Valsecchi per fare il punto della situazione sul ricorso al TAR contro il PGT del Comune di Mantova che consente la realizzazione di un grande supermercato nell’area di Palazzo TE al posto del’ex palasport.
Il ricorso al TAR e’ stato presentato da Sergio Cordibella, presidente di Italia Nostra, Giorgio Bassi in rappresentanza del Comitato di Valletta Valsecchi e Claudio Ticinesi.
Alla conferenza stampa hanno partecipato, oltre agli estensori del ricorso al TAR, anche il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils, il direttore di Confesercenti Davide Cornacchia, ed il rappresentante dell’Associazione Civica Mantovana (ACM) Chiericati. E’ intervenuto inoltre Marco Rossi di Equal.
Conferenza stampa per il ricorso al TAR. Nella foto da sinistra: Davide Cornacchia, Sergio Cordibella, Giuliano Longfilis, Giorgio Bassi e Giuseppe Chiericati
Di seguito la trascrizione dei vari interventi.
Giorgio Bassi (presidente Comitato Valsecchi)
L’avvocato Giorgio Bassi apre la conferenza stampa notando come sia necessario far sapere ai cittadini i vari aspetti della questione della costruzione dell’ area commerciale in zona palazzo Te. Non si tratta di posizionarsi a favore o contro un supermercato. Innanzitutto, date le dimensioni non e’ un supermercato. Inoltre, avendo il Comitato partecipato alle varie fasi del PGT, con osservazioni, repliche e memorie, e’ rimasto irritato dal vedere il PGT stravolto in una seduta del consiglio comunale, consiglio tra l’altro poco informato, sia dal punto di vista metodologico per la procedura seguita, sia per il merito in quanto il PGT influisce pesantemente sul quartiere, con aumento del traffico veicolare leggero e pesante.
Il progetto presentato da Victoria srl non risolve il problema del traffico, ma anzi lo peggiora con i 4 -6 rondo’ e con salite e discese.
Giuliano Longfilis (Presidente Consiglio Comunale)
Bisogna partire dall’adozione del Piano del Governo del Territorio del giugno 2012. Penso sia un caso eclatante che il PGT, che aveva certe destinazioni e certi indici, sia stato cambiato, addirittura dall’amministrazione proponente, e sia stato sfasato in parti significative, come ad esempio questa riferita al supermercato.
Il problema del traffico e’ importantissimo, ma risibile, perche’ questi quattro rondo’ non fanno altro che appesantire la situazione del traffico, e non tolgono alcun traffico al quartiere, ma anzi lo incentivano. Ed il traffico pesante continuera’ a passare per via Brennero, anche con il sottopassaggio, continuando ad inquinare e a passare in una zona altamente a rischio di incidente rilevante. La mia idea e’ sempre stata di completare il tratto Sud della tangenziale. Purtoppo nel 2003 l’amministrazione di allora ha stravolto l’impianto delle tangenziali e ha cancellato Il tratto sud della tangenziale.
Tornando all’adozione del PGT, in quella serata drammatica del 5-6 novembre si sono sovrapposte varie idee e ci sono state fortissime pressioni per far passare questa variante del PGT, questo amendamento del consigliere Acerbi, che ha stravolto quello che era l’indice precedente che era dello 0,3. Ed ha disinformato il consiglio comunale presentandola come l’unica soluzione quando in realta’ di soluzioni ce n’erano molteplici. Dietro c’era la conoscenza da parte di Acerbi e anche di Benedini di un progetto che non era stato mai visto dal consiglio comunale. Quindi loro anticipatamente conoscevano gli elementi del progetto di Victoria srl. Inoltre il consiglio comunale era stato tenuto all’oscuro del parere che era stato dato dalla sovrintendenza di Brescia al progetto di Coopsette. La sovrintendenza aveva chiesto di minimizzare gli indici del progetto di CoopSette. Entrambi questi due progetti non erano a conoscenza del consiglio comunale, e la mancata conoscenza di questi progetti ha indotto erroneamente il consiglio comunale a votare a favore del superamento dell’indice dello 0,3 raddoppiandolo a 0,6, a favore dell’aumento del 50% del rapporto di copertura, e ad accettare l’altezza di 8 metri, estendibile a 11 metri con strutture non edilizie che non vengono contate negli indici edilizi ma che sono purtoppo importanti dal punto di vista paesaggistico.
L’emendamento aveva avuto il giudizio negativo in toto degli uffici comunali e questo avrebbe dovuto creare allerta nei consiglieri.
Il vero vulnus della questione pero’ sta a monte della costruzione dell’immobile e consiste nella mancata osservazione nel PGT della Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Perche’ quando il PGT va ad incidere su parametri urbanistici e li sottopone al voto del consiglio comunale si verifica il fatto gravissimo che il consiglio comunale non ha potuto considerare le osservazioni degli uffici, che ci sarebbero state, ma che non hanno avuto l’opportunita di esaminare in maniera compiuta la questione. Il vulnus del questione e’ la mancanza della VAS. La valutazione urbanistica del PGT fa cadere qualsiasi osservazione a posteriori.
Ora si riunira’ un comitato composto dalla sovrintendenza di Brescia,da quella dei beni culturali ed ambientali di Milano, dei beni culturali ed ambientali del ministero, e dei tecnici del comune di Mantova, ed esaminera’ la proposta attuativa, ma la proposta attuativa non doveva esistere in quanto la mancanza della VAS nel PGT fa cadere qualsiasi valutazione a posteriori.
Il parere delle sovrintendenze e’ inutile, e non e’ giusto scaricare a loro la responsabilita’ di decisioni, perche’ la procedura corretta e’ quella di esaminare prima il PGT con il VAS, e poi si potra’ passare alla fase successiva.
E questo e’ il contenuto del ricorso al TAR.
Inoltre la struttura prevista e’ di 2499 metri quadri, e ci sono due vincoli che rendono inamissibile ogni struttura superiore ai 2501 metri quadri. I vincoli sono quello monumentale del 1955 che tutela il comparto della zona Te, e quello del 1967 del centro storico e di Cittadella, di cui la zona fa parte. Ma un magazzino di 2000 metri quadri servira’ per una struttura di solo 2499 metri quadri? E’ mancata anche una valutazione commerciale del progetto.
C’e’ anche il problema che le sovrintendenze che devono prendere una decisione, che non dovrebbe essere necessaria a causa della mancanza del VAS nel PGT, sono molto pressate da un opinione pubblica e da grosse lobby commerciali.
Il timore e’ che succeda come nel ’70 quando il sovrintendente ai monumenti, allora sotto la pubblica istruzione, ha ottenuto un parere di massima favorele alla costruzione del palazzetto dello sport da parte di un pool di esperti, ispettori onorari mantovani, e ha emesso un nulla osta alla costruzione. Inoltre il sindaco di allora Gregano ha dichiarato erroneamente che la zona non era sottoposta ad alcun vincolo, quando in realta’ ce n’erano due.
Il problema attuale e’ come una serie di matriosche, che aperta una scopri sotto il problema piu’ antico alla base. La bambolina piu’ esterna nasconde le bamboline e quindi I problemi interni, ma I problemi rimangono, e diventano sempre piu’ grandi col passare del tempo.
E non parliamo nemmeno del problema del financing del PalaBam.
Sergio Cordibella (presidente Italia Nostra)
La ragione per cui abbiamo deciso di fare questa conferenza stampa e’ quella di fare il punto della situazione. Perche’ ci sono state in questi mesi delle novita’ e c’e’ la scadenza del 4 di giugno del ricorso al TAR.
La nostra opposizione e’ basata su ragioni di carattere formali, cioe’ giuridico, e di sostanza. Il ricorso si basa sugli aspetti giuridici della questione. Poi ci sono gli aspetti sostanziali. Il ricorso al TAR non e’ contro Esselunga, perche’ l’Esselunga non esiste in questa partita. Il ricorso e’ contro la deliberazione del consiglio comunale relative al PGT sulla destinazione d’uso di quell’area.
Si puo’ buttare in politica e dire la destra contro la sinistra, ma qui la politica non c’entra niente. C’entra il merito di una scelta che e’ stata fatta dal comune di Mantova, dalla maggioranza del comune di Mantova, con qualche perplessita’ e voto contrario nella stessa maggioranza. Non e’ una questione politica, ma giuridica. Ci sono state delle violazioni di legge, di normative, e come tali le abbiamo denunciate attraverso il ricorso.
Gli elementi giuridici sono I seguenti.
Questione giuridica
Innanzitutto non si sono rispettate le norme relative al percorso di approvazione del PGT, tra cui la Valuatazione Ambientale Strategica. Quella decisione doveva essere sottoposta alla VAS. Questo non e’ avvenuto perche’ quella approvazione e’ avvenuta l’ultima sera che precedeva l’approvazione definitiva del PGT.
Gli strumenti urbanistici hanno due fasi: il PGT e’ stato adottato nella primavera del 2012, poi si apre la consultazione dei cittadini e degli organismi che fanno le osservazioni, poi si discutono le osservazioni nel consiglio comunale e poi si procede all’approvazione.
Ogni osservazione aveva le controdeduzioni del comune. E vorrei far notare che l’ osservazione della Victoria srl aveva una controdeduzione negativa da parte del comune, tranne per l’aspetto di occupazione del sottosuolo. L’emendamento Acerbi aveva avuto parere negativo in toto da parte dei tecnici del comune.
Quello che accaduto e’ stato una specie di blitz. Sia le osservazioni della Victoria srl, sia l’emendamento Acerbi avevano avuto entrambi parere negativo da parte dei tecnici del Comune. La richiesta piu’ importante era il raddoppio degli indici di fabbricazione, da 0,3 a 0.6. Quindi l’emendamento aumentava l’area fabbricabile fino a 7200 metri quadri rispetto ai 3600 presenti nella proposta del PGT adottato nella primavera del 2012. Il blitz, che ha fatto approvare la variazione la sera prima della approvazione definitiva, non ha quindi consentito di fare osservazioni a questa importante modifica del PGT. E il PGT approvato era sostanzialmente diverso dal PGT adottato.
Quello che si sarebbe dovuto fare sarebbe stato di riaprire I termini per le osservazioni. Ma per evitare la VAS e le osservazioni, il gruppo di Acerbi ha inserito questa decisione nel piano delle Regole. Il piano delle regole e’ un contenitore del PGT che disciplina le piccole opere di completamento. Ma si puo’ pensare che quello sia un piccolo intervento, un intervento che addirittura stravolge cosi’ la viabilita’? Quello e’ stato un espediente per evitare l’obiezione che bisogna fare la VAS. Ma e’ evidente che quello e’ un piano che richiede la VAS. Questo e’ l’aspetto giuridico su cui si basa il ricorso al TAR.
Questione di merito
Poi c’e’ la questione di merito. Noi dobbiamo rispondere ai luoghi comuni che si sono manifestati in citta’ in questi mesi.
Luoghi comuni:
Viabilita‘: “Insomma, facciamo il supermercato ma finalmente risolviamo il problema della viabilita’ di Porta Cerese”.
In questo si giustifica sia l’estensore dell’emendamento che la maggioranza.
Ma dobbiamo dire con chiarezza che NON E’ VERO. Non e’ vero perche’ le soluzioni viabilistiche che sono state prospettate peggiorano la situazione, sia per quanto riguarda la circolazione, sia per quanto riguarda l’impatto sul quartiere. Il quartiere che dovrebbe essere il primo beneficiario dell’intervento ne viene invece danneggiato da una proposta viabilistica che addirittura ha un rondo’ che mangia un area del quartiere. Pensate che con il nuovo sistema viabilistico che hanno inventato tutto il traffico fra Mantova e Cerese, che ora passa a lato del quartiere, passera’ dentro il quartiere. Due volte, in ingresso ed in uscita. Allora le soluzioni di viabilita’ sono straordinariamente negative. E impongono la VAS.
Se poi pensate che le opere sono state quantificate in 9,5 milioni, che corrispondono a 31 volte gli oneri di urbanizzazione, cioe’ alla cifra che I costruttori devono pagare, significherebbe che la ditta si e’ impegnata a pagare 31 volte quello che avrebbe l’obbligo di pagare. La ditta si puo’ insiediare cosi’ com’e’ senza fare le opere, perche’ le opere non sono un obbligo. L’unico obbligo che ha la ditta e’ di pagare i 300.000 euro, non di fare le opere di urbanizzazione.
Quindi non e’ uno scambio favorevole, perche’ la soluzione di viabilita’ prospettata ha un effetto assolutamente negativo rispetto agli obittivi che si sono prefissati.
Lasciar fare ai privati perche’ l’ente pubblico non ha fondi
“Quell’area e’ talmente degradata e siccome l’ente pubblico non ha I fondi per metterla a posto, che lo faccia il privato”.
Chi dice che il comune non ha le risorse per farlo? In base a cosa si afferma questo? E’ stato fatto il cubo in piazza Sordello con 400.000 euro e adesso c’e’ un progetto per la rimozione che costa 600.000 euro, e che addirittura modifica in termini peggiorativi la piazza. Lo dico come Italia Nostra. Allora, perche’ si dice che non ci sono le risorse? Non e’ vero. Non ci sono le risorse se non c’e’ la volonta’ di trovarle.
Supermercato e posti di lavoro
“Il supermercato aumentera’ l’occupazione perche’ assumera’ gente”.
Ma lo sapete qual’e’ la situazione del commercio oggi? Lo sapete che abbiamo il doppio della media regionale di superficie di vendita rispetto a mille abitanti? Abbiamo 546 metri quadri per 1000 abitanti nell’area di Mantova e dell’interland contro la media regionale di 276 e la media nazionale e’ minore di 200. Ma in quale condizione economica? Se il supermercato verra’ realizzato, ne chiudera’ qualcun’altro. Perche’ il mercato e’ in quella situazione. Ho fatto fare uno studio sui redditi dei Mantovani e ne e’ venuta fuori una realta’ sconvolgente. Lo studio e’ sui redditi dal 2007 al 2011. Quando ero io amministratore Mantova era al secondo posto in Lombardia per redditi. Oggi e’ penultima. Oggi il reddito dei Mantovani e’ al di sotto della media nazionale. Allego uno studio sulla situazione dei redditi dei Mantovani al 2011. E nel 2011 la situazione non era ancora cosi’ drammatica perche’ non c’era stata ancora la chiusura della Burgo e della IES. E’ una situazione drammatica la realta’ Mantovana, e allora I consumi che ci sono giustificano un altra struttura di vendita?
In conclusione l’operazione e’ estremamente discutibile da un punto di vista ambientale e urbanistico, discutibile dal punto di vista delle esigenze commerciali e illegittima dal punto di vista dell’iter di approvazione.
Ma in questi mesi e’ avvenuto qualcosa, qualcosa di positivo. Il segretario comunale di Mantova ha deciso di interrompere l’iter approvativo del piano attuativo della Victoria srl. In questi mesi si sono moltiplicati i messaggi e le lettere. La cosa importante e’ che l’Unesco, dalla sede centrale di Parigi, ha sollecitato l’ambasciatore italiano all’Unesco a Parigi di interessare le autorita’ italiane sulla questione delle scelte urbanistiche che hanno interessato quell’area. L’Unesco si e’ interessato grazie ad Italia Nostra, ed in conseguenza dell’esposto che ha fatto Italia Nostra datato 23 febbraio 2013. Nel messaggio che ha mandato allo stato italiano l’Unesco cita il nostro esposto. Qual’e’ l’elemento di inadempieza che interessa l’Unesco? Quando sono stati fatti gli accordi preliminari per la costituzione del sito Unesco, il comune di Mantova ha firmato un documento in cui si dice che qualsiasi intervento o modificazione delle aree comprese nel sito Unesco devono essere oggetto di un accordo fra tutti I soggetti che hanno sottoscritto quel protocollo. I soggetti sono: Comune di Mantova, la regione, il ministero dei beni culturali, e l’Unesco. Questo era l’adempimento a cui dovevano sottostare. Ma questa consultazione la dovevano fare prima. Quando l’Unesco ha mandato al governo italiano, tramite l’ambasciatore, il rilievo fatto dall’ International Council of Monuments and Sites, il governo ha fatto un istruttoria sul nostro ricorso. Il governo ha deciso che visto che c’e’ un protocollo d’intesa non dara’ alcun parere fino a che non si sia costituito il gruppo di lavoro con le rappresentanze di tutti I soggetti interessati che devono esaminare la riorganizzazione dell’area.
Questa e’ la ragione per cui non avendo adempito agli accordi del protocollo precedentemente, i soggetti sono obbligati a riunirsi ora per esaminare la questione. Ogni ente ha scelto I propri rappresentanti. Per il comune di Mantova sono gli architetti Zanellini e Mastromarino.
Quindi indipendentemente dal TAR la situazione e’ fluida perche’ c’e’ questo adempimento che doveva essere fatto tempo fa e che si sta facendo adesso.
Concludendo, l’operazione che e’ stata fatta e’ profondamente sbagliata, oltre che con vizi di legittimita’. Le scelte che sono state fatte dal punto di vista urbanistico e di viabilita’ sono sbagliate. E quindi non e’ che noi facciamo una battaglia politicamente contro questo o quell’altro. Quello che noi vogliamo e’ che il consiglio comunale e l’attuale giunta riprenda in mano e riesamini la questione, e faccia quello che avrebbe dovuto fare prima. Perche’ la questione e’ troppo complessa e ha bisogno di attenzione, attenzione che finora non e’ stata esercitata. L’amministrazione dovrebbe esaminare la questione anche soto il profilo dell’efficacia del punto di vista viabilistico, perche’ il lavoro che e’ stato fatto dal Comitato di Valletta Valsecchi, molto documentato, dovrebbe essere preso in considerazione dall’amministrazione comunale. Perche’ il comitato di quartiere ha fatto un opera di supplenza di particolare importanza, senza nessuna parzialita’ e faziosita’. Il comitato ha esaminato oggettivamente la proposta presentata in provincia da Victoria srl per la viabilita’ ed ha evidenziato in modo efficacissimo che quella soluzione e’ una soluzione sbagliata.
Il comune non puo’ delegare ad una societa’ privata la soluzione viabilistica che e’ un interesse pubblico cosi’ vitale. Dev’essere il comune che esamina e progetta, non lasciare progettare e scegliere ad un istituto privato.
Io non ho mai trovato un soggetto privato che sia un istituto di beneficienza. Il comune, che ha la responsabilita’ di rappresentare l’interesse collettivo, deve fare le sue valutazioni, deve esaminare. E se c’e’ un soggetto come il comitato di quartiere che ha fatto questo rilievo, deve tenerne conto, perche’ sono rilievi fatti seriamente, senza nessuna faziosita’, senza nessun pregiudizio.
Indipendentemente da come andra’ al TAR, la nostra battaglia continuera’ da parte nostra, con argomenti e non pregiudizi, perche’ riteniamo che questa proposta sia sbagliata.
Davide Cornacchia, direttore Confesercenti
Abbiamo gradito l’invito a questa conferenza stampa perche’ su questa questione la nostra associazione ha sempre preso una posizione chiara. Sulla vicenda specifica Esselunga, chiamata ormai cosi’ dai media perche’ si e’ scoperto finalmente chi c’era dietro il piano attuativo, che non si conosceva, ci sono due precisazioni per cui siamo scesi pubblicamente in campo.
La prima e’ di metodo, perche’ noi siamo stati chiamati prima dell’adozione, prima di aprile, a verificare e a fare osservazioni su qualcosa che poi e’ stato cambiato completamente. Di solito si parla di “gentlement agreement”, in cui si comincia un discorso, in cui la nuova amministrazione ti dice quale sia la sua idea di citta’, qualsi siano I vincoli presenti, pero’ ti dice che “non abbiamo in mente di fare stravolgimenti piu’ di tanto”. E poi quando vieni a sapere che nell’ultima seduta di consiglio vengono fatte delle cose per cui si sa che le associazioni di categoria non sono d’accordo e non avrebbero sicuramente taciuto prima, e’ purtoppo la dimostrazione che la nostra normativa, in particolare la 12 del 2005 e tutta l’urbanistica italiana, e’ da riformare, perche’ il mio parere con il parere di tutti non conta niente. Addirittura in questa situazione specifica nemmeno il parere dei tecnici dell’urbanistica del comune non conta niente.
Dal 2001 al 2009, in Confesercenti, ho partecipato alle conferenze di servizi in cui si analizzano nel dettaglio le nascite dei centri commerciali. La regione Lombardia, sollecitata anche da noi, nel 2013 ha fatto quello che le abbiamo chiesto, ovvero abbiamo fatto notare come nella legge 3/2000 c’era qualcosa che non andava, perche’ c’era uno squilibrio nella rete distributiva, soprattutto c’e’ un utilizzo di suolo improprio che non va a vantaggio di nessuno, ne’ della rete distributiva, ne’ del consumatore finale. Ed ho assistito a molti casi in cui amministratori pubblici hanno accettato la svendita del suolo. Noi abbiamo fatto la peggiore vendita che si poteva fare. Avevamo un terreno che potreva essere venduto ad un privato per il beneficio della collettivita’, dal punto di vista della mobilita’, viabilita’ e invece lo si e’ venduto per niente, solo per gli oneri di urbanizzazione, molto probabilmente del comune singolo. Non c’e’ stata neanche un ottica di lungo periodo, perche’ poi gli oneri chi li ricava . C’e’ anche una miopia dal punto di vista politico che noi abbiamo sempre denunciato in maniera molto forte sui giornali.
Non e’ un no a priori, perche’ prima il comune deve presentare un progetto alla comunita’ ed alle organizzazioni e poi possiamo esprimere un parere di merito. Mantova ha bisogno di infrastrutture, non ha bisogno di un altro supermercato. Cordibella ha citato quei dati che son usciti anche dalla ricerca della regione lombardia. Io temo che anche il consiglio regionale che ha fatto uno sforzo per approvare quelle linee guida, ha vanificato gli sforzi se poi I tecnici, I privati e qualche amministratore comunali lo trasformano in qualcosa che non va a vantaggio della comunita’ ma dei pochi. In Europa non funziona cosi’. In Europa l’urbanistica contrattata ha portato ad esperienze meritevoli di recupero di aree, per esempio Friburgo e Monaco. In Europa siamo la maglia nera perche’ non sappiamo valutare il nostro territorio. Una delle cose che si deve fare se questo territorio vuole valorizzare il livello turistico che ha, e’ di salvaguardare e preservare il nostro territorio. Noi abbiamo il riconoscimento Unesco e una zona che deve essere riqualificata. Ma per riqualificarla bisogna presentare un progetto e valutare I pro e contro, e qualche sacrificio lo si puo’ fare, pero’ ci deve essere un valore aggiunto importante per la citta’, non puo’ essere che un privato possa esercitare un potere assoluto. Il privato deve rispettare delle regole e lo deve fare l’amministratore. Se il comune continua a fare le cose di nascosto, come ha fatto quando ha presentato questo progetto, e’ ovvio che cade il gentlemen agreement. In passato ho fatto molte osservazioni relative a centri commerciali di cui purtoppo le amministrazioni di vari comuni non hanno tenuto conto, e quello che avevamo previsto riguardo l’impoverimento del territorio in termini di minori servizi per I residenti, per gli anziani e perdita di conoscenza dei centri storici, si sono purtoppo verificati. Mi riferisco a Curtatone, Suzzara, Castiglione delle Stiviere e Bagnolo San Vito.
Non si puo fare una normativa per la valorizzazione dei centri storici e poi consentire uno svilimento come sta accadendo. Occorre un po’ di coerenza.
Bisogna sostenere chi si mette in gioco per denunciare queste cose, perche’ queste cose devono essere denunciate in maniera forte, e noi saremo sempre al fianco di chi si mette in gioco, come in questo caso. Noi non siamo contrari a Esselunga piuttosto che a Coop o a Famila piuttosto che a Conad. Ci deve essere coerenza e soprattutto chiarezza e trasparenza.
Il PGT da’ la possibilita’ alle amministrazioni di fare quello per cui sono stati votati, e la normativa che va dalla Bersani a quella sulla urbanistica regionale da’ a chi governa la possibilita’ di fare quello che vuole. Quindi e’ inutile nascondersi dietro scuse e dire che e’ stato fatto in passato. Queste scuse fanno arrabbiare. Chi amministra decide come gestire e cosa fare sul proprio territorio, e decide se fare una grande o media struttura. E’ la volonta’ politica che decide. Ma la volonta’ politica si fa accogliendo quello che I cittadini e le organizzazioni che salvaguardano il territorio vogliono, e tu vieni eletto in base ai voti. Quindi se tu ti presenti con un determinato progetto il voto e’ per il progetto. Questo purtoppo non avviene mai perche’ si nascondono dietro la scusa delle norme.
Quando si parla di centri commerciali si tira sempre fuori il problema della viabillita’. Tutti quei supermercati, Martinelli, quello di Marmirolo etc sono dei cavalli di Troia, per altri investimenti paralleli. Succede come a Curtatone con il Tosano, perche’ si fanno delle strutture piu’ grandi, e poi se funzionano le si allargano, e se ci sono problemi di viabilita’ si dice “ma quello e’ un problema che risolviamo”. Sulla mobilita’ c’e davvero da aprire gli occhi perche’ quando parte l’iter di approvazione di una struttura, poi la mobilita’ successiva non viene piu’ calcolata. Se vengono fatte due medie strutture o una grande struttura piu’ 50 medie strutture, quello che succede sulla mobilita’ successiva non viene piu’ preso in considerazione e viene pagato dai cittadini quando girano in macchina e si ritrovano in coda. Come e’ successo al Gigante dove le strade sono rimaste quelle di prima.
Ultimo punto riguardo l’occupazione: sono rimasto sconcertato leggendo un contratto del Comune di Marmirolo che un amministrazione comunale accetti una dicitura del genere “si occuperanno il 50% di locali del fabbisogno”. Senza quantificate qual’e’ questo fabbisogno, quanti addetti. Per quella struttura e’ stato detto che 6 persone sono sufficienti. Allora, per far assumere 3 persone causi una disoccupazione indotta di altri esercizi commerciali? Questo significa mancanza di lungimiranza di un amministrazione politica.
E bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e di non nascondersi dietro “l’hanno fatto gli altri”, ma dire “lo voglio io” e misurarsi con la gente.
Anch’io sono dell’idea che non e’ contro Esselunga ma e’ contro il metodo che e’ stato usato in questa vicenda, che avvilisce la comunita’ che lavora per il bene della citta’.
E’ difficile poi sedersi ad un tavolo con le stesse persone che ti hanno nascosto delle cose sapendo benissimo che tu saresti stato contrario. Viene meno quel gentlemen agreement che sta alla base del successo Europeo rispetto all’Italia. Lo dico con estrema tristezza perche’ sono Italiano, pero’ questa e’ una cosa che ci contraddistingue e questo forse perche’ molti imprenditori che hanno successo, anche smisurato in Italia non ce l’hanno in Europa e in altre nazioni, perche’ questo gentlemen agreement non ce l’hanno nel loro DNA.
Giuseppe Chiericato di Associazione Civica Mantovana
L’Associazione Civica Mantovana si e’ attivata per raccogliere le firme perche’ non condivideva l’idea di costruire il supermercato su quell’area. Qualcuno ci ha chiesto perche’ non ci siamo attivati quando c’era Coopsette. Primo, perche’ l’ACM non esisteva ancora; secondo, perche’ non c’era ancora un progetto; terzo, perche’ c’era l’idea che tra le altre cose prevedeva lo spostamento dello stadio fuori dalla citta’.
l’ACM vorrebbe sostenere l’idea di supportare I negozi di vicinato. Non si potrebbe fare riaprire un negozio in Valletta Valsecchi , magari chiedendo all’amministrazione che cosa puo’ fare per facilitare la cosa?
Marco Rossi di Equal
Io vorrei fare un paio di precisazioni. Sono contento che in questa conferenza stampa siano state dette cose giustissime e che siano stati sfatati luoghi comuni che girano fra quelli che si possono definire gli ultra’ di Esselunga. Persone che non vogliono ragionare sui problemi della citta’ ma sono pro Esselunga fino alla fine.
A quelli che dicono che sia una battaglia contro l’Esselunga e che “non eravate contro la Coopsette”, vorrei precisare ad onere di cronaca che anche allora ci fu chi era contrario alla coopsette, anzi c’erano molte persone contrarie. Le radici di questo vulnus affondano gia’ a molti anni fa e si parla di cambi di colore ma noi chiamiamo questo il partito trasversale del cemento che da molti anni governa questa citta’ e che da sempre ha fatto gli interessi non dei cittadini ma dei privati, perche’ questa e’ la questione dell’urbanistica contrattata. Bisogna dire apertamente che siamo di fronte ad amministrazioni, e anche quest’ultima, che possono decidere tranquillamente se fare l’interesse cittadino o l’interesse di grandi gruppi privati e da come e’ stato fatto questo PGT si ha la dimostrazione che l’interesse non e’ per I cittadini ma per grossi interessi cha vanno contro la citta’. Perche’ alla fine un PGT, come dovrebbe essere nelle norme, dovrebbe essere partecipato, partecipato dai cittadini, ma qua viene fatto tutto tranne che con la partecipazione. Non si puo’ decidere di cambiare un territorio, cambiare in questo caso la citta’, senza tenere conto di quelli che sono I pareri delle associazioni che sono a salvaguardia del territorio, anzi nascondendoglielo a priori, e questi sono retroscena che andrebbero riflettuti bene.
La domanda e’ quanto si puo’ fare ancora e quanto si puo’ fermare.
Saremmo stati contentissimi di dover discutere in questo momento e di dover spendere tutte queste energie, che ora stiamo impiegando per fermare questo scempio, per migliorare la citta’, per rilanciare i quartieri. Sarebbe stato bellisimo essere qui attorno a questo tavolo a migliorare la citta’ e non a doverla difendere contro l’ennesimo attacco da parte di interessi non meglio definiti. E’ un gran dispiacere dovere spendere queste energie che potrebbero essere impiegate in altro modo. E se la citta’ e’ in declino e’ perche’ tante energie si sono dovute spendere non per migliorarla, non per rilanciarla, ma per difenderla contro questi ultra’. Perche’ un imprenditore che si presenta e dice “o me o vendo ai cinesi”, con ricatti di questo genere tutto si puo’ dire tranne che sia un buon imprenditore. E per chi dice che a Mantova ci sia il monopolio delle coop, a Mantova ci sono ben 11 strutture medio grandi e solamente due sono Coop. Queste sono le tematiche da ultra’.